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Sintomi psicosomatici

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Un sintomo funzionale (anche detto psicosomatico) è caratterizzato dalla presenza di un malfunzionamento di uno specifico organo o apparato, a cui il medico non riesce ad attribuire una causa organica e una fisiopatologia definita. ​Sono degli esempi:

Sindrome del colon irritabile

Fibromialgia

Cefalea

Dolore toracico non cardiaco

Dolore pelvico cronico

Sindrome da fatica cronica

Sindrome da iperventilazione

Disfunzione temporo-mandibolare

Acufeni e Vertigini

Sensibilità chimica multipla

Dermatiti atopiche

Psoriasi

Acne

I disturbi funzionali colpiscono quasi il  30-50% della popolazione inviata per consulenza; spesso i primi sintomi funzionali possono manifestarsi sin dall’adolescenza.

La difficoltà nell’interpretare e trattare i sintomi funzionali può portare ad uno stato di frustrazione e ad ordinare esami  ricorrenti e spesso invasivi nel tentativo di accertare una causa biologica. Non opportunamente compresi, i disturbi funzionali possono causare disagio cronico in chi li vive e trasformarsi in vere e proprie patologie organiche.

Per questo motivo, una corretta diagnosi e una cura integrata possono evitare gravi danni agli organi interessati. ​Ricerche recenti nell’ambito della psico-neuro- immunologia dimostrano come, in condizioni di stress, s’innesca nell’organismo una risposta infiammatoria che, attraverso una serie di trasmissioni di segnali bio-chimici, collega i circuiti cerebrali interessati nelle diverse emozioni con alcuni distretti corporei, contribuendo alla sensibilizzazione degli organi interessati.

Nella storia di molte persone che hanno sviluppato un disturbo funzionale, la presenza di sintomi psicologici, mostra un forte legame tra le cause psichiche e i sintomi corporei. Ciò che accade è che il corpo esprime il disagio in un linguaggio diretto per permettere a chi ne soffre di mantenere un equilibrio con la propria emotività. In uno studio sulla dispepsia funzionale (diffuso disturbo funzionale gastro-intestinale) gli autori evidenziano la presenza di un disturbo d’ansia nel 38% dei soggetti con dispepsia, rispetto al 4% dei soggetti sani.

 Un approccio opportunamente orientato alla salute della persona dovrebbe contemplare, quindi, oltre ai doverosi esami medici, un’indagine accurata sulla condizione emotiva del soggetto e su come questa possa influire sulla genesi e sul mantenimento del disturbo funzionale.

Ciò non vuol dire semplicemente che basta dire che lo stress è la causa dei problemi per risolvere le questioni problematiche.

 Un’indagine accurata è ben altro e non può essere ridotta a semplificazioni generali. Le cause del disagio, tutt’altro che aspecifiche e generiche, appartengono sempre a qualcuno, che ha bisogno di raccontarsi oltre il sintomo.