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5 cose che i bambini possono imparare in quarantena

Pubblicato da dott.ssa Angela Dei Giudici
bambini psicologo terracina
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E’ un fatto che la crisi generata dall’epidemia di corona virus ha avuto conseguenze sul 98% circa degli studenti di tutto il mondo. Il numero approssimativo degli allievi che hanno subito un qualche tipo di impatto è circa 1 miliardo e 800 mila. Se per alcuni è stato facile adattarsi alla nuova vita senza (scuola, amici, nonni, cugini, amici, sport), per altri non è stato lo stesso. In questo articolo troverete alcune riflessioni per guardare agli effetti della pandemia sulla vita dei bambini da una prospettiva diversa, troverete 5 spunti su ciò che possono imparare in questo periodo e alcune indicazioni pratiche. In fondo all’articolo vi lascio due o tre suggerimenti di lettura interessanti per approfondire.

Niente scuola, ma non tutto è perduto

In queste settimane si è spesso parlato del fatto che, per garantire le misure di contenimento dell’epidemia, si stavano perdendo di vista i bisogni dei bambini e dei ragazzi. Il dibattito è continuato fino ad oggi, alimentato dal confronto con i paesi europei, che meno colpiti dell’Italia, hanno già programmato la riapertura delle scuole, mentre per la scuola italiana si è scelto di continuare con la didattica a distanza (e le incertezze sulla ripresa a settembre). 

Sembra, tuttavia, che sotto queste polemiche ci sia in parte lo stato emotivo dei genitori, molto affaticati ma anche preoccupati di “fallire”.
Come ricorda la dott.sa Maureen Haely, autrice del libro “The emotionally happy child”, in questa emergenza sanitaria l’obiettivo non è essere perfetti, come genitori o come insegnanti, ma aiutare i bambini e i ragazzi ad uscire dalla crisi  con maggiori capacità di recupero, di consapevolezza e di compassione.
Siamo d’accordo con la dott.sa Healy, questo compito è complesso e non ancora sperimentato da questa generazione di bambini e ragazzi, poiché si tratta della prima vera crisi mondiale che si trovano ad attraversare. Crisi che comporta un cambiamento drastico negli stili e nelle abitudini di vita.
E’ del tutto naturale quindi che i bambini si sentano frustrati e gli adolescenti delusi. I primi sono diverse settimane che non possono praticare  i loro sport preferiti o andare al parco con i loro compagni. I secondi, dal canto loro, non hanno potuto festeggiare il loro diciottesimo, come forse stavano immaginando prima del 10 marzo o fare le prime esperienze di indipendenza.
Tuttavia, dal punto di vista educativo, è possibile fare tesoro della attuale situazione e aiutare i bambini a migliorare le loro abilità di intelligenza emotiva, nonostante la profonda crisi causata dal covid-19, offrendo loro l’opportunità di imparare alcune lezioni preziose.

Intelligenza emotiva: 5 lezioni importanti

1. Stare con sé stessi. Come dice la poetessa Chandra Livia Candiani, “il silenzio è cosa viva” e ci permette di essere soli con noi stessi. I bambini, dal momento in cui vengono al mondo, sono naturalmente rivolti all’esterno, alla ricerca di uno sguardo di validazione. Crescendo, è utile che essi imparino a rivolgere lo sguardo anche all’interno così da riconoscere le risorse necessarie ad affrontare le difficoltà.
Se fino a due mesi fa, le difficoltà per un bambino sarebbero state, forse, essere presi in giro da un compagno prepotente o essere esclusi da un gruppo di gioco, oggi le difficoltà includono anche la crisi causata dal corona virus: la scuola a distanza, i pomeriggi senza amici e senza sport, lo stare chiusi in casa, non poter vedere i nonni (presenze quotidiane fino a poco prima) per molto tempo.
Queste settimane e le prossime, possono diventare un’opportunità per imparare che stare da soli e fare amicizia con sé stessi ha un grande valore. Iniziare una buona convivenza con sé stessi può diventare un antidoto prezioso nella gestione della noia; consente di imparare a rivolgere lo sguardo all’interno; da’ ai bambini il tempo di riconoscere le loro qualità  e capire che hanno tutto ciò di cui c’è bisogno per aiutare sé stessi e anche gli altri.


2. Le cose sono temporanee. Sì, le cose belle come anche le cose brutte sono temporanee. Fai una prova insieme a tuo figlio: prendi due cubetti di ghiaccio e mettine uno sul palmo della tua mano e uno sul palmo della sua. Ora restate senza fare niente, concentratevi sulle sensazioni che provengono dalla pelle del palmo della mano. Inizialmente forse sentirete solo il fresco, poi il freddo comincerà a somigliare quasi a un dolore. Ma se sostate con tutto quell’insieme di sensazioni, senza buttar via il cubetto di ghiaccio, noterete che man mano che si scioglie arriveranno sensazioni meno intense fino forse a scomparire del tutto. Certo, è un’esperienza
spiacevole e genera disagio, ma è del tutto temporanea. Possiamo aiutare i bambini ad ampliare la loro prospettiva e vedere come molte altre  sfide generano un disagio, ma sempre temporaneo. La pazienza è la qualità che possiamo coltivare per restare nel processo di continuo cambiamento.


3. La gentilezza. I bambini e i ragazzi, in questo periodo, possono imparare che la gentilezza non è solo una qualità formale, ma che essa implica una pratica concreta che prevede abbracciare le proprie imperfezioni e i propri stati d’animo negativi, senza giudicarli. Possono imparare a sentire quando sono in ansia, tristi, arrabbiati o quando sono annoiati, riconoscere e calmare queste emozioni, per poi lasciarle andare. Poiché la gentilezza è una pratica che implica l’allenamento a non giudicare, è possibile creare una routine di igiene emotiva per i bambini, introducendo alcune abitudini, come ad esempio: 1. scegliere una persona con cui non si va tanto d’accordo e trovare tre qualità positive; 2. fare attenzione a ciò che succede di piacevole durante la giornata e prenderne nota; 3. prima di addormentarsi indicare tre cose positive della giornata appena trascorsa.


4. Aiutare gli altri. Durante questa pandemia i bambini e i ragazzi hanno potuto osservare concretamente come tutto ciò che facciamo è interconnesso a quello che fanno gli altri. Il comportamento di ciascuno ha conseguenze dirette sulla vita di altri. Forse alcuni bambini stanno facendo esperienze pratiche di solidarietà partecipando attivamente ad aiutare gli altri con la raccolta alimentare; altri stanno imparando che il semplice stare a casa può essere premiato dalla bella notizia del progressivo scendere della curva delle persone malate e decedute. Altri ancora stanno imparando ad aiutare i propri fratelli minori. In ogni caso, in seguito all’applicazione di norme collettive per i contenimento del contagio, è molto probabile che i bambini stiano in iniziando a pensare un po’ meno in termini di “io, me” e un po’ di più in termini di “noi”, imparando implicitamente una importantissima lezione di solidarietà.


5. Avere una cassetta degli attrezzi emotiva. Infine, in questo periodo non possiamo perdere l’occasione di insegnare ai bambini un modo che gli aiuti a trovare quel punto calmo e tranquillo durante le tempeste interiori, a cui tenersi per ritrovare la pace. In questo periodo, possiamo aiutare i bambini ad attrezzarsi migliorando la loro conoscenza sul funzionamento delle emozioni e le abilità nell’etichettare i loro modi di reagire; quindi, aiutandoli a trovare dei modi semplici per recuperare la calma in autonomia e lasciar andare le emozioni, ad esempio rileggendo un libro o un fumetto preferito; per i più piccoli, facendo pronunciare ad un peluche “le parole della calma” o facendo un disegno, ma soprattutto prendendosi il tempo.

Letture utili. Se avete voglia di imparare alcuni esercizi di consapevolezza da fare con i bambini e gli adolescenti l’autrice Eline Snel con i suoi due libri (Calmo e Attento come una ranocchia e Rilassati&Respira) è un ottimo punto di partenza. Poi, se avete voglia di scoprire un modo più consapevole di stare nella relazione con i bambini e ragazzi, Il genitore consapevole di Jon Kabat Zinn è una lettura fondamentale.